Rieti: giugno antoniano 2016

Giovedì, 26 Maggio 2016 20:52

Scarica il programma integrale del Giugno antoniano 2016 organizzato a Rieti dalla Pia Unione di sant'Antonio di Padova.

Il messaggio di saluto di S.E. Rev.ma Mons. Domenico Pompili - Vescovo di Rieti

Mi sono chiesto subito, appena saputo della grande partecipazione al Giugno Antoniano Reatino, perché nella terra di San Francesco si sia affermato così tenacemente il culto per Sant'Antonio, che è nato a Lisbona, ma che tutti conosciamo come 'di Padova'.

Ho poi scoperto che la richiesta fatta a papa Gregorio IX pochi mesi dopo la morte di Antonio (1231) di procedere alla sua canonizzazione sarebbe all'origine di tutto. Sembra infatti che il papa in quel periodo si trovasse non a Roma, ma a Rieti. L'arrivo vociante e gioioso dei padovani non passò inosservato in Città.

Anche se poi la canonizzazione si svolse di lì a poco a Spoleto.

Sia come sia, nessuno nega un fatto: il Giugno Antoniano Reatino rappresenta un momento pubblico di religiosità popolare e sarebbe ingenuo sottovalutarne la portata.

È un’opportunità per tutti rimettersi insieme a scoprire il volto autentico di un gigante della fede che ci riporta al periodo d’oro della nostra Città.

Vorrei richiamare almeno due aspetti che il Giugno Antoniano Reatino con le sue molteplici iniziative ci aiuterà a mettere a fuoco.

Il primo è che Antonio non fu soltanto un taumaturgo, ma anche un grande pensatore. Era un uomo di azione, ma anche un cristiano pensante.

Si devono, infatti, a lui una serie di ispirati discorsi che lo svelano come persona concreta e fattiva che della fede coglie sempre il risvolto pratico e sociale.

Perfino san Francesco fu colpito dal suo linguaggio caldo e tagliente.

Il secondo è che Antonio non si accontenta di ammiratori ma cerca imitatori. Vale per tutti i santi che non sono dei vip in cerca dell'applauso, ma nel suo caso è ancora più vero se si pensa che non ha mai assecondato la facile gloria e si è sempre impegnato per un cristianesimo alla portata di tutti.

A me che per la prima volta tocca la fortuna e la gioia di condividere questa grande festa di popolo non resta che augurare una cosa: che cresca in noi il desiderio di seguirne le tracce per ritrovare la lucidità nelle idee e il coraggio di tradurle in pratica.

Per il bene di tutti.

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