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Miracolo del neonato che parla

Miracolo del neonato che parlaOpera n. 2 eseguita ad affresco da Tiziano Vecellio nell'anno 1511.

Descrizione: Il Miracolo del neonato che parla, capolavoro giovanile (1510-11) di Tiziano Vecellio. Sant’Antonio fa parlare un neonato (ecco il miracolo) perché attesti l’onestà della madre, accusata ingiustamente dal marito Azzo d'Este di adulterio. In questo evento si può scorgere il valore della Fedeltà e quindi il mistero della Fede. La scena impostata con piglio felice è condotta con foga drammatica ed è squillante di colore, al modo tizianesco diverso dal modo rinascimentale della pittura toscana e romana dell'epoca.


AgiografiaIn quel di Ferrara un uomo era roso dalla sospettosa gelosia riguardo alla moglie, tanto che nemmeno volle toccare il bimbo natogli alcuni giorni prima, convinto che fosse frutto di un adulterio di lei. Sant’Antonio prese allora in braccio il neonato e gli parlò: «Ti scongiuro in nome di Gesù Cristo, vero Dio e vero uomo, nato da Maria Vergine, di dirmi a voce chiara, così che tutti sentano, chi è tuo padre». E il bimbo, non farfugliando come fanno i piccini, ma con voce nettamente comprensibile, quasi fosse un ragazzo di dieci anni, fissando gli occhi del genitore, giacché non poteva muovere le mani, legate dalle fasce, disse: «Ecco, questo è mio padre!» Voltosi all’uomo, il Santo soggiunse: «Prendi tuo figlio, e ama tua moglie, che è intemerata e merita tutta la tua riconoscenza.»