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Incontro con Ezzelino da Romano

Incontro con il tiranno Ezzelino da RomanoOpera n. 9. eseguita ad affresco da Cian Antonio Corona nell'anno 1510-11 ca.

Inquadramento storico: Ezzelino III da Romano (1194 - 1259) fu coetaneo di sant’Antonio. Capo militare e personalità politica fredda e spietata. Visse nella mira di crearsi nel Veneto un dominio personale. Ghibellino, alleato dell’imperatore Federo II, di cui sposò la figlia Selvaggia, venne scomunicato nel 1254. Perse Padova nel ’56; proprio in seguito a questa sconfitta fu compiuta la strage dei padovani cui allude, acronisticamente, il testo della Benignitas.


Agiografia: C’era a quel tempo un personaggio potente, ma crudelissimo tiranno, di nome Ezzelino da Romano, che opprimeva Padova ed i territori circostanti. Costui, all’inizio della sua tirannide, aveva compiuto un’enorme strage di uomini a Verona. Venendo a sapere del massacro, il padre intrepido, Antonio, s’azzardò di recarsi di persona da colui. Giunto alla sua presenza, lo aggredì con queste parole: “O nemico di Dio, tiranno spietato, cane rabbioso, fino a quando non smetterai di versare innocente sangue cristiano? Ecco, ti pende sopra il capo la condanna di Dio, durissima e terribile”. E molte altre rampogne veementi e acerbe gli gettò in faccia. Le guardie del corpo aspettavano che il despota desse ordine, com’era solito, di trucidarlo immediatamente. Ma per disposizione del Signore avvenne ben altrimenti. Poiché il tiranno, colpito da quelle invettive dell’uomo di Dio, lasciò cadere ferocia e diventò mansueto come un agnello. Si passò al collo il cinturone, prostrandosi davanti all’uomo di Dio, fra lo stupore di tutti i presenti, confessò umilmente la sua colpa, promettendo che riparerebbe, secondo il beneplacito di lui, al male compiuto.

Poi ai suoi attoniti scherani spiegò: “Cari commilitoni, non rimanete stupefatti per il mio comportamento. Vi dico in tutta verità, che ho visto sprigionarsi dal viso di questo padre un fulgore divino, che mi atterrì al punto che, di fronte a una visione così spaventosa, avevo la sensazione di precipitare subito all’infermo”.

Da quel giorno Ezzelino ebbe in grandissima devozione il Santo e, finché questi visse, si tirò indietro da molte atrocità che avrebbe voluto perpetrare, come confidava egli stesso.