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Risuscitazione di un giovane a Lisbona

Risuscitazione di un giovane a LisbonaOpera n. 15 ad olio su tela eseguita da Bartolomeo Montagna nell'anno 1512-13.

Descrizione: La scena, che si svolge in un imponente edificio cinquecentesco, raffigura il miracolo della bilocazione di sant’Antonio, che appare a Lisbona per far scagionare il proprio padre dalla terribile accusa di omicidio. Nella tela in posizione centrale è raffigurato il giudice assiso su di un seggio ed assistito da altri magistrati. Di fronte a lui sulla sinistra sta il pubblico ministero mentre a destra è sant’Antonio, con dietro il padre a testa bassa e con le mani in mano. Il Santo risuscita il giovane dal sepolcro (ove campeggia un cartiglio con la scritta latina Here proprio), che rivolgendosi al giudice proclama l’innocenza del nobile de’ Buglioni, padre del Santo. Sulla destra in alto e più dietro viene proposta la rappresentazione dell’omicidio ambientato in un paesaggio campestre e collinare, nel quale si distingue il giovane a terra mentre viene colpito a morte da un armato a cavallo e da un secondo armigero a piedi. Da notare il personaggio di profilo vestito di nero lungo il bordo di destra della tela: probabilmente si tratta del ritratto del committente il cui blasone è visibile lungo il bordo inferiore del dipinto. 

Agiografia: Da Bartolomeo da Pisa (4, 19-31):

Nella città di Lisbona, di cui sant’Antonio fu oriundo – mentre ancora vivevano i parenti del Santo, cioè il padre, la madre e i fratelli -, due cittadini erano nemici e si odiavano a morte. Accadde che il figlio d’uno di costoro, un ragazzo, ebbe a incontrare il nemico di famiglia, che abitava vicino ai genitori del beato Antonio. Colui, spietato, afferrò il ragazzo, lo portò a casa e subito lo uccise. Poi, nel profondo della notte, entrato nel giardino dei parenti del Santo, scavò una fossa, vi sotterrò il cadavere e fuggì.

Poiché il giovane era figlio di persona notabile, si inquisì sulla scomparsa di lui e si appurò che era transitato per la contrada dove abitava il nemico. Furono allora perquisiti la dimora e l’orto di questo ma non si scoprì nessun indizio. Facendo un sopralluogo nel giardino dei familiari del beato Antonio, fu ritrovato il ragazzo, seppellito nell’orto. Per questo il giustiziere del re fece arrestare, come assassini del giovane, il padre del Santo con tutti quelli di casa.

Il beato Antonio, sebbene fosse a Padova, seppe del fatto per ispirazione divina. Di sera, chiesto il permesso al guardiano, uscì dal convento. E mentre camminava nella notte, fu con divino prodigio trasportato fino alla città di Lisbona. Entrando in città di mattina, si diresse dal giustiziere e cominciò a pregarlo di prosciogliere dall’accusa quegli innocenti e rilasciarli. Ma non volendo colui per nessuna ragione far questo, il beato Antonio ordinò che gli venisse portato davanti il ragazzo assassinato.

Portato che fu il corpo, gli comandò di alzarsi e dire se ad ucciderlo fossero stati i suoi parenti. Il ragazzo si destò da morte e affermò che i parenti del beato Antonio erano del tutto estranei al delitto. Di conseguenza, essi furono prosciolti e liberati dal carcere. Il beato Antonio restò in compagnia dei familiari tutta quella giornata. Poi, a sera, uscì di Lisbona e il mattino seguente si ritrovò a Padova.