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Preghiere in suffragio dei defunti

Testi di alcune preghiere della tradizione cristiana in suffragio dei fedeli defunti.

Video collegato

Messe di suffragio di diritto

Alla propria morte ogni ascritto ha diritto alla celebrazione di tre S. Messe di suffragio.

I Confratelli e le Consorelle defunti vengono inoltre ricordati:

a) nelle Messa confraternale di ogni prima domenica del mese e nella Commemorazione di tutti i Fedeli defunti;

b) nella Messa che una volta al mese viene celebrata in Basilica per i religiosi, gli amici e i benefattori defunti.


Gonfalone maggioreFunerali

Ove i familiari di un ascritto defunto lo desiderassero e lo richiedano sarà possibile presenziare alle esequie anche con il Gonfalone confraternale listato a lutto accompagnato da consorelle e confratelli in mantello e medaglione. Altresì, se gradito, le esequie potranno essere celebrate nell'Oratorio della Scoletta del Santo in Padova.


Sante Messe di suffragio a richiesta

Gli ascritti e i benefattori potranno richiedere al P. Cappellano la celebrazione di Ss. Messe di suffragio per i propri cari defunti. A tale scopo sarà necessario inviare un'offerta minima di € 10,00 per ogni S. Messa, indicando il o i nomi dei defunti per cui si richiede la celebrazione. 

Anteprima immagine

 


Cappella sepolcrale confraternale

Dal 5 settembre 2009 è allo studio del Consiglio Direttivo la possibilità di edificare una Cappella Sepolcrale confraternale per gli ascritti che desiderassero esservi sepolti presso uno dei Cimiteri di Padova (Arcella o Maggiore).

Chi potesse avere interesse a richiedere il diritto di sepoltura nella Cappella è pregato di prendere contatti con il Priore.

Video collegato

Breve storia della più celebre Indulgenza plenaria, il Perdon d'Assisi anche con alcuni spunti per la riflessione scritturale e la preghiera.

Video collegato

Per capire cos'è e come si acquisisce una Indulgenza nella Chiesa Cattolica abbiami predisposto una sintesi tratta dal Manuale delle Indulgenze nell'ultima versione pubblicata nel 1999.

Indulgenze degli Ascritti all'Arciconfraternita del Santo

La Penitenzieria Apostolica per mandato del Beatissimo Padre Giovanni Paolo II il 20 gennaio 2003 ha concesso l’ Indulgenza Plenaria dei Peccati per gli ascritti all’Arciconfraternita di Sant’Antonio di Padova nei giorni:

1. giorno della propria ascrizione,

2. Solennità dell’Annunciazione del Signore (25 marzo),

3. Solennità dell’Immacolata Concezione della Beata Vergine Maria (8 dicembre),

4. Solennità dell’Assunzione della Beata Vergine Maria al Cielo (15 agosto),

5. Commemorazione liturgica di sant’Antonio di Padova (13 giugno),

6. Commemorazione liturgica della Traslazione del Corpo del Santo – Festa della Lingua (15 febbraio),

7. Commemorazione liturgica di San Francesco d’Assisi (4 ottobre),

8. Commemorazione liturgica dell’Impressione delle Stigmate

a San Francesco d’Assisi (17 settembre).

L’ Indulgenza potrà essere lucrata adempiendo le tre condizioni prescritte dalle norme canoniche: confessione sacramentale, comunione eucaristica e preghiera secondo le intenzioni del Sommo Pontefice e rinnovando anche privatamente l'adesione agli statuti dell'Arciconfraternita.


 

Facciata della Scoletta del Santo sul sagrato della Basilica antoniana a PadovaIndulgenze dell' Oratorio della Scoletta del Santo in Padova

 

La Penitenzieria Apostolica per mandato del Beatissimo Padre Giovanni Paolo II il 20 gennaio 2003 ha concesso l’ Indulgenza Plenaria dei peccati per chi visiti l’Oratorio dell’Arciconfraternita di sant'Antonio in Piazza del Santo a Padova nei giorni:

1. della Solennità dell’Immacolata Concezione (8 dicembre),

2. della Commemorazione liturgica di Sant’Antonio di Padova (13 giugno),

3. delle Commemorazione liturgica della Traslazione del Corpo di Sant'Antonio di Padova (15 febbraio).

L’ Indulgenza potrà essere lucrata da tutti i fedeli (ascritti e non all’Arciconfraternita), che visiteranno devotamente l’Oratorio in uno dei predetti giorni, recitandovi la preghiera del Signore e il simbolo della Fede.

Video collegato

I primi secoli ed i primi ordinamenti

Trascrizione coeva dello Statuto del 1334I primi passi nella storia della Confraternita di sant’Antonio sono fatti risalire agli anni successivi alla morte e canonizzazione di S. Antonio di Padova, avvenute rispettivamente nel 1231 e nel 1232. Un primo documento attestante notizia dell’esistenza di una “fratalee Sancti Antonij” risale al 1298 (Padova, Archivio di Stato, Corona, B. 74, carta 124); tuttavia si dovrà attendere il 12 giugno del 1334 per vedere approvati canonicamente i primi statuti, promulgati con il consenso del rappresentante degli Scaligeri (ovvero dell’autorità civile) dal P. Antonio da Montegrotto, Guardiano del Convento della Basilica antoniana in Padova e dai Gastaldi della Confraternita ovvero dai laici responsabili del governo del sodalizio. (Vedi una trascrizione coeva dello Statuto)
La Confraternita, nata sotto il patronato dell’Ordine dei Frati Minori Conventuali, si caratterizzerà da subito come associazione costituita da laici di ambo i sessi e da chierici impegnati nella formazione religiosa dei propri membri, nella pratica della carità evangelica e nella diffusione della devozione antoniana.
Fin dalle origini quindi questo gruppo di devoti antoniani collaborò con i frati nell’azione pastorale, basti ricordare come alla fine del XIX secolo la prima copertina de Il Messaggero di Sant’Antonio (una delle riviste cattoliche oggi a maggior diffusione nel mondo), riportasse la dicitura organo ufficiale della Basilica del Santo e dell’Arciconfraternita del Santo.
Statuto del XV secolo - Prima paginaUna prima revisione statutaria si ebbe a distanza di un secolo nel 1438, documento dal quale si evince come alla Confraternita fossero ammessi sia uomini che donne, fatto inusuale ancora oggi in molti sodalizi.
Tra le prescrizioni per consorelle e confratelli vi era l’obbligo di partecipare comunitariamente a una santa messa celebrata appositamente ogni prima domenica del mese; tradizione ancora rispettata. Al termine del sacro rito i confratelli si riunivano per trattare degli affari del sodalizio, mentre a tutti veniva distribuita una focaccia (come attesta il primo degli affreschi che si trovano entrando nelle Scoletta del Santo e riproducente il Guardiano che distribuisce il pane alle porte dell’Oratorio Confraternale), quello che nei secoli avvenire sarebbe divenuto il Pane di Sant’Antonio. Oggi al termine della messa confraternale della prima domenica del mese viene benedetto e distribuito ai pellegrini il Pane di sant’Antonio e le libere offerte così raccolte vengono impiegate nelle Opere assistenziali.
I confratelli erano inoltre impegnati nel soccorrere i poveri, nel visitare e assistere amorevolmente i consodali infermi, nell’onorare i funerali e nelle preghiere di suffragio per ascritti e benefattori.
La festa principale della Confraternita, testimoniata ancora dall’antico dipinto ad olio su tavola collocato nella loggia che dà accesso alla sala capitolare o priorale della Scoletta del Santo, era la detta Festa della Nogara (pianta del noce), festeggiata la domenica dopo la festa del Santo. In tale occasione i membri della confraternita si recavano in processione dal Duomo cittadino fino alla Basilica per offrire un cero ciascuno al Santo.

L'abito confraternale

Anche se mancano attestazioni certe è fuor dubbio che, già dal primo secolo della propria esistenza, i confratelli utilizzassero un abito proprio fatto alla foggia della tonaca dei frati, detto cappa, il cui uso ebbe fasi alterne nel corso dei secoli, venendo dismesso una prima volta probabilmente in occasione della peste del 1631 ma venendo ripristinato con gli statuti approvati dalla Serenissima Repubblica di Venezia nel 1714, quindi nuovamente interrotto durante la breve soppressione napoleonica, per ritornare dalla metà del XIX secolo fino ai primi anni del novecento, quando si perse nuovamente, tanto che negli statuti del 1940 si trova menzione, in relazione alla cerimonia di accoglienza dei nuovi membri, solo della benedizione ed imposizione della medaglia antoniana riportante il Breve di S. Antonio “Ecce Crucem Domini”.
Fu quindi per volontà della attuale dirigenza che nel 2002, con il desiderio di ridare impulso allo spirito di appartenenza e di gruppo, fu deliberato il ripristino di un abito proprio da indossarsi in occasione delle celebrazioni liturgiche. Rimanendo fedeli ai dettati storici, che volevano l’abito simile a quello dei frati, l’attuale si presenta in foggia di mantello a ruota intera di panno di lana nera filettato di rosso (il colore dell’abito dei Frati Minori Conventuali), con ricamata sul lato sinistro del petto la croce ghiandata o antoniana; sul mantello viene ancora indossata la medaglia antoniana sostenuta da cordoniera rossa.

La sede sodale

Lo statuto approvato nel 1994 riporta come luogo di fondazione della Confraternita la Chiesa di Sancta Maria Mater Domini, il primo sacello francescano ove venne sepolto S. Antonio, oggi inglobato nella grande Basilica come Cappella della Madonna Mora. I primi luoghi di ritrovo dei sodali erano quindi messi a disposizione dai frati fino a quando all’inizio del 1400 fu concesso alla Confraternita di erigere un proprio Oratorio sul Sagrato della Basilica. Nacque così il primo insediamento di quella che oggi conosciamo, al modo in uso nel territorio di influenza della Serenissima Repubblica di Venezia, come Scoletta del Santo, la sede storica voluta ed eretta dalla Confraternita di S. Antonio.
Il numero crescente degli ascritti e le copiose donazioni che giungevano permisero già alla fine del XV secolo-inizio del XVI sec. di sopraelevare l’Oratorio erigendo e decorando la Sala capitolare o priorale, che iniziò ad essere utilizzata come luogo di ritrovo dei confratelli, mentre le consorelle continuavano a riunirsi nel sottostante oratorio.
In questi luoghi l’attività continuò ininterrottamente fino alla soppressione degli enti ecclesiastici in epoca napoleonica (25 aprile 1806). Per continuare ad esistere la Confraternita dovette così ricostituirsi nel 1828, ad opera dell’allora Vescovo di Padova Mons. Modesto Farina, come Confraternita del Santissimo Sacramento sotto gli auspici del Taumaturgo di Padova. Da quel momento fino all’inizio del ‘900 la Confraternita godette di un Protettore scelto tra le persone più nobili ed illustri della città di Padova. Primo Protettore, che conservò la carica per più di un ventennio, fu il C.te Alessandro Papafava, cavaliere gerolosomitano mentre il nob. Agostino Scotti dei Duglassi, fu il primo Presidente del ricostituito sodalizio.

L'elevazione al rango di Arciconfraternita

L’opera di formazione, carità ed apostolato, fu considerata così benemerita che Sua Santità Papa Leone XIII, di venerabile memoria, con propria bolla del 21 novembre 1894, elevava il sodalizio alla dignità di Arciconfraternita, facendola tornare al titolo originario di sant’Antonio di Padova, conferendole contestualmente la potestà di aggregare le altre Confraternite di pari titolo al di fuori della Città di Roma, dove nel 1649 Papa Innocenzo X aveva già costituito un’Arciconfraternita di sant’Antonio di Padova presso la Basilica dei Ss. Apostoli (Il Santo. 1970; fasc 1-2, 79 – 142)).

L'epoca contemporanea

L’epoca contemporanea della vita della Confraternita può considerarsi cominciare dal 13 aprile 1940 quando il Sommo Pontefice Pio XII con propria Bolla Pias Christifidelium Sodalitates approvava nuovi statuti.
Ben presto a questi fece eco la fondazione nel 1948, per volontà del Priore De Cet, di un’opera caritativa denominata Opera per il riscaldamento dei poveri. In quegli anni veniva donata a numerose famiglie bisognose della città legna da ardere per l’inverno, poi trasformatasi in gasolio per gli impianti di riscaldamento più tardi convertita in un sostegno economico. Oggi l’Opera continua durante tutto l’anno mediante il pagamento di alcune utenze domestiche di circa una ventina di famiglie bisognose, conosciute direttamente da membri della Confraternita o segnalate dai Parroci.

Il notiziario "Arciconfraternita del Santo"

Per offrire un’adeguata e tempestiva informazione sulle attività associative, ai numerosi iscritti che già da quel momento cominciarono a provenire da tutta Italia e taluno anche da altri Paesi, si iniziò la stampa di un foglio notiziario a diffusione interna, denominato da prima Pagellina per giungere al 1972 quando venne registrato come testata giornalistica denominata Arciconfraternita del Santo. Oggi questo notiziario presenta una periodicità bimestrale e viene diffuso in circa 2.500 copie agli iscritti, ai benefattori ed ai sostenitori.

Il Premio della Bontà

Negli anni ’70 del XX secolo per volontà del Priore Vignato e del Cappellano P. Venanzio Paternoster, animati dal desiderio di mostrare il bene del quale erano e sono capaci le nuove generazioni, pur in un contesto di laicizzazione e scristianizzazione della società, prese vita il Concorso Nazionale della Bontà “Andrea Alfano d’Andrea”, che ancora si continua con il nuovo nome di Premio Sant’Antonio in memoria di “Andrea Alfano d’Andrea” rivolto ai giovani offrendo a loro ed ai rispettivi educatori, nella forma concorsuale, uno stimolo alla riflessione cristiana su argomenti di fede e di vita sociale legati all’attualità, annualmente proposti dal Consiglio Direttivo. Primo tema fu: “Il mondo ha bisogno di uomini buoni”.
Il Concorso si suddivide in tre sezioni: Scuole Primarie, Secondarie di I grado e Scuole Secondarie di II grado.

Il governo

Anche sul piano organizzativo la Confraternita si è venuta adeguando ai cambiamenti conseguenti al Concilio Ecumenico Vaticano II e alle riforme del Diritto Canonico, così il 22 febbraio del 1994 il Delegato Pontificio per la Basilica del Santo S.E. Rev.ma Mons. Marcello Costalunga, Arciv. tit. di Aquileia approvava un nuovo Statuto.
Più recentemente nel 2004 all’Arciconfraternita è stata riconosciuta dalla Repubblica Italiana la Personalità Giuridica.
Oggi l’associazione conta circa 600 membri equamente suddivisi in consorelle e confratelli, sparsi in tutta Italia ed anche in altri Paesi Europei e del continente Americano.
La vita sociale è regolata dal Consiglio Direttivo che si compone del Moderatore nella persona del Rettore pro-tempore della Basilica del Santo, del Cappellano, del Priore, del Segretario, dell’Amministratore, dei due Responsabili delle Opere Assistenziali Maschile e Femminile e di altri dieci Consiglieri.

Le attività ordinarie

I momenti di attività e di incontro durante l’anno sono numerosi intervenendo l’Arciconfraternita in forma ufficiale con l’abito proprio in occasione della processione per la Festa della Lingua del Santo in febbraio, per la Domenica delle Palme, per la Cerimonia di Premiazione del Concorso della Bontà, per l’annuale anniversario dell’elezione del Papa, per la Tredicina in onore di sant’Antonio all’inizio di giugno, per la Festa del Patrono S. Antonio, per la processione in onore dell’Immacolata Concezione a dicembre.
Oltre a questi appuntamenti, legati alla vita del Santuario, continua l’incontro mensile ogni prima domenica del mese con una momento formativo nella Scoletta del Santo, seguito dalla Santa Messa comunitaria in Basilica e dalla distribuzione del Pane Benedetto di sant’Antonio sul sagrato della Basilica.

Le visite confraternali

Numerose sono inoltre le occasioni durante l’anno nelle quali vengono accolti i pellegrinaggi delle confraternite antoniane d’Italia, insieme alle quali si prende parte alla Santa Messa in Basilica seguita dal Gesto del Pellegrino all’Arca del Santo e quindi sempre da un incontro fraterno nella Sala Capitolare o Priorale della Scoletta del Santo oggi come nel XVI sec..
Questi pellegrinaggi, per l’Arciconfraternita considerati anche visite fraterne, vengono spesso ricambiati con Missioni presso i rispettivi paesi. Le Missioni guidate dal Cappellano dell’Arciconfraternita, sempre accompagnato dal Priore e da una rappresentanza degli iscritti, spesso recano le Insigni e Venerabili Reliquie del Santo, continuando così l’opera di diffusione della devozione antoniana fedeli al motto “Per Antonium ad Jesum”.

Privilegi spirituali

Nei corso dei secoli i Papi hanno onorato ed arricchito i membri della Confraternita con il dono delle indulgenze plenarie, recentemente confermate dalla Penitenzieria Apostolica con rescritto del gennaio 2003. Tutti i membri dell’Arciconfraternita, nelle forme stabilite dal Diritto Canonico, possono così lucrare il dono dell’Indulgenza Plenaria nei seguenti giorni e Feste dell’Anno Liturgico: 1. giorno dell’ascrizione, 2. Solennità dell’Annunciazione del Signore (25 marzo), 3. Solennità dell’Immacolata Concezione della Beata Vergine Maria (8 dicembre), 4. Solennità dell’Assunzione della Beata Vergine Maria al Cielo (15 agosto), 5. Commemorazione liturgica di Sant’Antonio di Padova (13 giugno), 6. Commemorazione liturgica della Traslazione del Corpo del Santo – festa della Lingua (15 febbraio), 7. Commemorazione liturgica di San Francesco d’Assisi (4 ottobre), 8. Commemorazione liturgica dell’Impressione delle stigmate a SanF (17 settembre).
Ma il nuovo statuto è stato particolarmente attento a conservare il diritto primo di ogni ascritto, che già si trovava negli statuti quattrocenteschi, a vedere celebrate tre Sante Messe di suffragio alla propria morte.

Congedo

In queste poche righe abbiamo cercato di ripercorrere il cammino secolare dell’Arciconfraternita del Santo, non certo pensando di fornire un dettagliato resoconto storico, ma piuttosto con il desiderio di far comprendere come l’Arciconfraternita fu sempre ed è anche nel presente un sodalizio di persone piene di zelo e generosità, assai benemerita della Chiesa e della società, aperta ai cambiamenti dei tempi ma saldamente radicata nei valori della cattolicità, meritevole di essere conosciuta, abbracciata e sostenuta.

Fonti Bibliografiche:
1. fr. A. Sartori. L'Arciconfraternita del Santo. Padova, 1955.
2. G. De Sandre. La Confraternita di sant'Antonio Confessore in Fonti e ricerche di storia ecclesiastica padovana - VI. Ist. per la storia eccles. padovana, 1974.

da "Il Santo"

   Tradition takes the birth of the Confraternity to a few years after St. Anthony's death. This institution, which is still very vital today, has proved itself to be well-deserving in both art and charity.

   On ApriI 8, five hundred years ago, the Confraternity of St. Anthony decided to build a new Chapter House, by raising a new floor on top of the building that already existed in the square outside St. Anthony's church, next to the Oratory of St. George. The decision was put to the vote and only one of the eighty-four people present was contrary. All the same the decision had to be approved of by the friars at St. Anthony's Church and Father Pietro Moscardo, the guardian of the convent, pleaded for it with the Provincial Minister, pointing out that the confraternity intended to raise their meeting house, so that the men could gather together in an upper room and the women in the lower one. In exchange the confraternity had no obligation but they promised that they would have done various favours to the monastery.
   The approvaI arrived on the following 24 May, also because the new building would have helped to protect the intimacy of the monastery protecting it from the eyes of the secular, preventing them from spying on the friars through the windows of the dormitory that had just been built.
Then on 6 May 1505 the Confraternity asked for permission to build a chancery next to St. George's oratory and, after various quarrels, at a distance of some fifteen years, the building was completed. The quarrelling was constant and in 1683 the monastery was forced to eliminate the stalla con teza" (stable) that was leaning up against the School.
   We like to remember this date because the Scoletta (school) of St. Anthony is one of the richest sites in art in Padua and also because this Institution is still very vital. It has shown itself to be generous in the fields of culture, art and solidarity. In fact, in 1480, it contributed in the founding of the Music Chapel in the Saint's Church and, in 1491, the Monte di Pieta (the pawnshop). In 1497 it paid for a column in the church of St. Daniel, it helped the Serenissima (the Republic of Venice) in its fight against the Turks, it contributed to the building of the Cathedral of Padua, it built the Civil Hospital and enlarged and enriched St. Anthony's sanctuary at Arcella as well as using nearly all of its income in works of charity.
   It is very symptomatic that the Veneranda Arca has at this moment planned the restoration of the upper room, trusting this "face lifting" of the paintings to the capable hands of Gianluigi Colalucci, well known far having worked on the restoration of the frescoes in the Sistine Chapel.
   Tradition takes the founding of the Confraternity to a few years after the death of St. Anthony, but the first document that testifies to its presence dates back to 1298. At the beginning the members met in the Chapter House of the monastery, and very likely we owe them thanks far the commission of the decorations by Giotto. They held their religious functions in the Black Madonna Chapel, which they had decorated with the beautiful statue by Rinaldino da Guascogna (1396).
   The first Statutes that decreed the obligations for the brothers and sisters of the Confraternity are of 1334. They were led by a guardian, helped by four gastaldi, one for each of the four neighbourhoods of the city: Torreselle, Ponte Altinate, Duomo and Ponte Molino. Enrolment was forbidden to men of arms, soldiers, usurers, drunkards, blasphemers, adulterers, murders, gamblers and frauds, because the members had to lead spotless lives. On the first Sunday of every month the men attended Holy Mass at the Arca of the Saint and the women at the altar of St. Orsola, this was then followed by a meeting, at the end of which blessed loaves were distributed.
   The main feast-day of the Confraternity was called Nogara and over the years the members developed two important forms of devotion: the practice of the tredicina (The Thirteen Days prayer) and of Tuesdays being dedicated to the Saint. They were also very devoted to Our Lady, who was especially venerated under the title of the Immaculate.
   As the number of brothers and sisters grew, they began to desire to build their own seat and, already on 27 September 1398, the notary Giacomo da Polverara left an inheritance of 25 pounds to this purpose.
   On 12 August 1422 the Confraternity bought a small house with a little courtyard looking onto the square in front of St. Anthony's church. Donations began to constantly flow in and in 1431 the oratory was nearly completed and furnished with liturgical books. Now it also has three altars, the main one was installed in 1798, and came from the demolished church of San Biagio together with the altarpiece by Padovanino, which shows the Madonna and Child with the saints Biagio and Jerome. The altar on the left is dedicated to St. Francis with a painting by Antonio Tentori, while the altar to the right is consecrated to St. Anthony who is shown in the altarpiece decorated with flowers and votive paintings. There is also a beautiful wooden statue of the Immaculate by Rinaldo Rinaldi, a pupil of Canova's as well as a lovely wooden Crucifix, carved by Giovanni Bonazza (1714).


   One reaches this by a staircase designed by Giovanni Gloria in 1733 up to the loggia where statues of three popes (Pius VI, Pius VII and John Paul II) stand blessing the faithful.
   The great meeting room is a treasure chest of art, because several painters worked here creating that famous series of paintings known as the "Anthonian epopea".
   The lacunar ceiling is by Giovanni Cavalieri who worked here together with the painter Girolamo da Piacenza from 1506 to 1510. The wooden altar has a wonderful terracotta statue of the Madonna and Child by Andrea Briosco (1520), with a fresco in the back ground by Domenico Campagnola (1533) with the figures of the saints Anthony and Francis.
   The fame of the room comes from the eighteen paintings dating back, all except one, to the beginning of the sixteenth century and are the work of the most well-known Veneto artists of that period; they show scenes in the life and miracles of St. Anthony.
   The most famous of these paintings are the four that were painted by the young Tiziano Vecellio (Titian) in 27 days, beginning them in 1510 and completing them by the end of the year. They show "The guardian Nicola da Strà distributing blessed bread", "The Saint making a newborn babe testifies to its mother's innocence", "The jealous husband stabbing his wife" and "the Saint re-attaching a young man's foot". Other events during the life and preaching of the Saint were painted by Girolamo Tessari, Filippo da Verona, Bartolomeo Montagna, Gian Antonio Corona, Benedetto Montagna, Gian Martino Frangipani, Francesco Vecellio and Antonio Buttafoco (1775). These cannot be compared to Titian, even though they worked to the best of their capacity so as to give the hall an excellent biography of St. Anthony, indispensable in those times when only very few people were able to read.
   This cycle of paintings, in need of constant attention, has had a troubled existence due, above all, to the humidity that rises from below and the infiltrations from above. The archives of the Arca are rich in documents that talk about works of restoration. The roof has been repaired various times, the paintings have been covered with canvas, the adjacent sacristy has been eliminated (1877) because it was the cause of humidity. Then with Francesco Zannoni in 1748, and onwards, systematic work was begun on the paintings with greater or lesser success. In 1772 they were trusted to Domenico Buttafoco, in 1835 to Lorenzo Pinzon, in 1960 to G. B. Monici, in 1867 to Guglielmo Botti, in 1877 to Antonio Bertolli, in 1925 to Angelo Moro and in 1967 to Leonetto Tintori. Then Gianluigi Colalucci together with his son Simone did emergency work in 1980.
   The decoration on the facade of the oratory, which in 1773 had been embellished on the top with the statues of the saints Anthony, Francis and Bonaventura, was redone in 1927 together with work on the south wall.
Now the upper hall has returned to its ancient splendour, and work will now be done on the little church on the ground floor, so by continuing to sing to the wonders of the Thaumaturge and stimulating his devotees to follow him along the path to Christian perfection.

Presentazione generale

L’Arciconfraternita del Santo è un’associazione pubblica di fedeli, uomini e donne, laici e sacerdoti, devoti di sant’Antonio di Padova ovunque residenti in Italia e nel mondo.

Fu fondata subito dopo la morte del Santo ed ottenne il riconoscimento dei primi statuti già nell’anno 1334. Da allora la Confraternita ha camminato nella storia della Chiesa, riuscendo a sopravvivere di fatto anche alla soppressione napoleonica di inizio ‘800 vedendosi poi elevare al rango di Arciconfraternita da Papa Leone XIII, di venerabile memoria.

Gli scopi del sodalizio sono la formazione religiosa dei propri membri, la diffusione della devozione antoniana e del culto pubblico della Chiesa esercitando particolarmente l’apostolato verso i laici e la carità.

Annualmente, grazie alle proprie Opere Assistenziali elargisce numerosi contributi a diverse famiglie bisognose, nella forma del pagamento diretto di alcune delle utenze domestiche collaborando con le Conferenze territoriale della Società di San Vincenzo de' Paoli.

Ormai ha superato la quarantesima edizione il Premio della Bontà sant'Antonio di Padova in memoria di "Andrea Alfano d'Andrea", che annualmente impegna centinaia di ragazzi, di tutte le regioni d’Italia, su un tema di riflessione religioso e/o sociale.

La sede secolare dell’Arciconfraternita è la Scoletta del Santo, edificio affacciato sul sagrato della Basilica patavina, che racchiude un ciclo di affreschi cinquecenteschi sulla vita, i miracoli, la predicazione e le reliquie del Santo. Tra questi spiccano per bellezza tre affreschi del giovanissimo Tiziano Vecellio, eseguiti nel 1511.

Le consorelle ed i confratelli sono soliti ritrovarsi ogni prima domenica del mese, a partire dalle ore 9, nell’Oratorio della Scoletta del Santo per una catechesi alla quale segue la S. Messa in Basilica con la Benedizione del Pane di sant’Antonio, che poi viene distribuito a fedeli e pellegrini. Proprio le libere offerte raccolte con il tradizionale gesto devozione del Pane di sant’Antonio, permettono il sostegno delle opere caritative.

Gli ascritti all’Arciconfraternita hanno la possibilità di lucrare il dono dell’Indulgenza Plenaria in alcune feste dell’anno liturgico ed hanno il privilegio della celebrazione di tre S. Messe di suffragio dopo il proprio ritorno alla Casa del Padre. I membri del sodalizio si distinguono per l’abito liturgico costituito da un mantello di panno di lana nera filettato di rosso con ricamata sul petto la croce ghiandata o antoniana; mentre indossano un medaglione in argento con l’effigie del Santo, sorretto da una cordoniera rossa. 

L’Arciconfraternita è un Ente ecclesiastico civilmente riconosciuto con Personalità Giuridica di diritto italiano dall’Ufficio Territoriale del Governo di Padova nell’anno 2004 risultando iscritta al n. 25 del Registro prefettizio delle Persone giuridiche. 

Altresì l'Arciconfraternita risulta iscritta dal 2003 al Registro delle Libere Forme Associative del Comune di Padova al n. 1202. 

Chi può ascriversi

All’Arciconfraternita possono aderire tutti i fedeli della Chiesa Cattolica ovunque residenti nel mondo, uomini e donne, laici, sacerdoti, religiose e religiosi, animati dal desiderio di onorare Cristo nella Chiesa con una particolare devozione al Santo di Padova.

L’ascrizione ha il fine di impegnarsi nella propria formazione religiosa, nella diffusione della devozione antoniana e in opere di carità e apostolato. 

Appuntamenti durante l'anno

Ogni ascritto è invitato a prendere parte attivamente alla Catechesi con Santa Messa confraternale, che viene celebrata ogni prima domenica del mese dalle ore 9:00 nella Scoletta del Santo e nella Basilica antoniana dal P. Cappellano, con la Benedizione e distribuzione del Pane di sant’Antonio.

Tutti gli ascritti sono invitati a prendere parte, indossando mantello e medaglione confraternali, particolarmente ad alcune Processioni e Funzioni che si svolgono nella Basilica del Santo: 1. la Festa della Lingua del Santo (la domenica dopo il 15 febbraio), 2. il giorno della Tredicina in onore del Santo all’inizio del mese di giugno di ogni anno, 3. la Festa del Santo (il 13 giugno), 4. la Solennità dell’Immacolata Concezione (l’8 dicembre), 5. il Te Deum in occasione dell’anniversario dell’elezione del Sommo Pontefice. Inoltre durante l’anno sono numerose altre occasioni di incontro presso la nostra sede,la Scoletta del Santo, anche con Confraternita Antoniane che giungono a Padova in devoto pellegrinaggio da ogni parte del mondo. 

Privilegi Spirituali

Tutti gli ascritti, per rescritto della Penitenzieria Apostolica, possono lucrare, nelle forme stabilite dalla Chiesa, il dono dell’Indulgenza Plenaria nei seguenti giorni e Feste dell’Anno Liturgico:

1. giorno dell’ascrizione,

2. Solennità dell’Annunciazione del Signore (25 marzo),

3. Solennità dell’Immacolata Concezione della Beata Vergine Maria (8 dicembre),

4. Solennità dell’Assunzione della Beata Vergine Maria al Cielo (15 agosto),

5. Commemorazione liturgica di sant’Antonio di Padova (13 giugno),

6. Commemorazione liturgica della Traslazione del Corpo del Santo – Festa della Lingua (15 febbraio),

7. Commemorazione liturgica di San Francesco d’Assisi (4 ottobre),

8. Commemorazione liturgica dell’Impressione delle Stigmate a San Francesco d’Assisi (17 settembre).

Altresì ogni ascritto ha diritto alla celebrazione di tre Sante Messe di suffragio, officiate dal P. Cappellano, al proprio ritorno alla Casa del Padre. 

Informazione

Gli ascritti sono informati sull’attività associativa, mediante il periodico Arciconfraternita del Santo, che viene regolarmente inviato gratuitamente e mediante periodiche Notificazioni scritte spedite a domicilio o a mezzo posta elettronica.

Ascriversi

All’Arciconfraternita possono aderire tutti quei devoti di sant’Antonio, ovunque residenti nel mondo, sia uomini che donne, che intendono onorare il Santo con un impegno serio nella vita cristiana, coerenti agli insegnamenti del Vangelo, docili al magistero ecclesiastico ed operosi soprattutto nelle iniziative caritative.

Aggregazione

L’Arciconfraternita, per facoltà concessa da Papa Leone XIII e confermata in tutti i successivi statuti dati dalla Santa Sede, ha la possibilità di aggregare altre Confraternite antoniane canonicamente erette fuori della città di Roma, trasferendo così anche ai loro iscritti i medesimi privilegi spirituali degli ascritti all’Arciconfraternita.

Video collegato

Statuto del 1334

Copia manoscritta coeva del primo statuto confraternale approvato nel 1334, conservata presso la Biblioteca Civica di Padova.

Statuto del XV secolo

Originale dello statuto del XV secolo con aggiunte, conservato presso la Biblioteca Civica di Padova.

Statuto del 1717

Visualizza l'intero statuto a stampa nella versione conservata presso la Biblioteca Civica di Padova