45° Premio nazionale della Bontà sant’Antonio di Padova
Il Consiglio Direttivo riconosce a
Carlo Conti
nato a Firenze il 13 Marzo 1961
un
Attestato antoniano di Amicizia
con la seguente motivazione:
Un conduttore televisivo dallo stile semplice e incisivo,
stimabile per la sensibilità che traspare nei modi sempre rispettosi della persona.
Un impegno professionale più volte vicino ai francescani
e che ha saputo valorizzare e divulgare le numerose iniziative di bene e di carità,
di cui i religiosi si fanno promotori attraverso le vie della Provvidenza ad Assisi, a Padova e nel Mondo.
Il noto e apprezzato conduttore televisivo Carlo Conti riceve un attestato antoniano di amicizia per la sua vicinanza al mondo francescano. Avviene durante il 45^ Premio Nazionale della Bontà “Sant’Antonio di Padova”, in occasione della cerimonia di premiazione dei vincitori delle Scuole italiane e dei vincitori del Premio della Bontà, in programma per la serata di sabato 1 giugno, sul sagrato della Basilica di Sant’Antonio a Padova.
Nell’impossibilità di poter essere a Padova per i numerosi impegni, Carlo Conti ha accolto a Firenze, lunedì 20 maggio scorso, una Delegazione dell’Arciconfraternita di Sant’Antonio composta dal Priore Dr. Leonardo Di Ascenzo, da fra Fabio Turrisendo della Basilica di Sant’Antonio e dal segretario dell’Arciconfraternita Lorenzo Andreetta.
La Delegazione ha incontrato Carlo Conti all’Istituto degli Innocenti a Firenze per registrare una breve video-intervista che verrà poi proiettata durante la cerimonia di consegna dei premi di sabato 1 giugno.
Questa la motivazione scritta dal Consiglio Direttivo dell’Arciconfraternita e riportata nell’attestato consegnato a Carlo Conti: «Un conduttore televisivo dallo stile semplice ed incisivo. Stimabile per la sensibilità che traspare nei modi sempre rispettosi della Persona. Un impegno professionale più volte vicino ai francescani e che ha saputo valorizzare e divulgare le numerose iniziative di bene e di carità di cui i religiosi si fanno promotori attraverso le vie della Provvidenza ad Assisi a Padova e nel mondo».
Assieme all’attestato, al conduttore televisivo è stata anche consegnata una statua lignea raffigurante Sant’Antonio.
«Parole bellissime! – ha commentato Conti – Spero di meritare quanto avete scritto e di continuare a meritarlo. Sono molto onorato per questo gesto di amicizia che davvero apprezzo anche perché la mia formazione religiosa è avvenuta proprio nel mondo francescano qui a Firenze della Parrocchia di San Francesco e Santa Chiara a Montughi.
Quindici o sedici anni fa i frati minori conventuali di Assisi mi hanno cercato per condurre la serata “Con il Cuore” e da allora “con il cuore” ho portato avanti questo impegno accanto a loro. Sono molto legato al mondo francescano, al di là della grandezza di San Francesco, ammiro la grandezza di tutto ciò che fanno i francescani nel mondo con le missioni, con il loro donare, il loro grande senso di fraternità. E anche la loro allegria: il senso di San Francesco è anche quello di vivere con gioia la propria vita, un bene prezioso del quale forse da giovani non ci rendiamo conto, ma è la ricchezza più grande che va vissuta nella sua completezza.»
Riguardo il tema della fase concorsuale proposto alle Scuole in questa 45esima edizione – «Non è sufficiente non fare il male per sentirsi giusti: è necessario fare il bene e promuovere ogni bene nella società» – ben 1017 gli elaborati arrivati alla Segreteria – Carlo Conti ha commentato:
«È giustissimo fare del bene. Esiste una bontà che va mostrata affinché diventi esempio e che possa essere volano per altre forme di bontà, ma forse il bene più prezioso è quello che si compie senza mostrarlo, una bontà fatta di piccoli gesti quotidiani, come ad esempio essere accanto con gentilezza e sensibilità alle persone o mostrare riguardo verso le persone anziane.»
«Credo che sia bello dare un segno ai giovani - ha commentato fra Fabio Turrisendo congratulandosi con Carlo Conti - segno di una chiesa “in uscita” come invita Papa Francesco nell’anno in cui abbiamo vissuto il Sinodo dei Giovani lo scorso marzo e in cui, attraverso l’Esortazione Apostolica Christus vivit, esorta a non ripiegarsi su se stessi. Una vita che sia vissuta con la “V” maiuscola donata agli altri nell’impegno quotidiano, nello straordinario che si può fare anche nell’ordinario.»