Un Giglio per i Colombini

Oratorio dei Colombini in Via dei Papafava a Padova, sabato 28 maggio 2022 dalle ore 17. INGRESSO LIBERO e GRATUITO.

    

Un Giglio per i Colombini 

 Padova, Oratorio dei Colombini in Via dei Papafava

 Sabato, 28 maggio 2022 – dalle ore 17  

Il Comitato Mani Unite per Padova e il Maestro Orafo Spadafora, in occasione del Giugno antoniano 2022, donano quale ex voto per la Città di Padova un giglio argenteo alla statua di sant’Antonio di Padova collocata sull’altare del sacello dell’Oratorio di Santa Maria del Pianto detto dei Colombini, proprietà dal 1810 della Famiglia Papafava de Carraresi e curato dall’Arciconfraternita di sant’Antonio di Padova dal 2017. 


Programma

ore 17:00 Cerimonia di Donazione

Introduzione

cav. dott. Leonardo Di Ascenzo – Priore dell’Arciconfraternita di sant’Antonio di Padova

Motivazione

dott.ssa Eleonora Caramanna – Presidente del Comitato Mani Unite per Padova

Presentazione del Giglio

Maestro Orafo Spadafora

Benedizione del Giglio e collocazione

Rev. P. Antonio Ramina OFM Conv. – Rettore della Pontificia Basilica di sant’Antonio

ore 18:00 Concerto di musica barocca

a seguire Aperitivo sotto il platano "Papafava"

 

L’ingresso all’evento è libero e gratuito fino a esaurimento della capienza.

Si richiede l’uso della mascherina FFP2. 


Concerto

Interpreti

Giuseppe NALIN: oboe barocco

Paolo TOGNON: fagotto barocco

Pier Luigi POLATO: arciliuto

Musiche

- Johann J. QUANTZ (1697 – 1773)

Triosonata in Sol magg. (K 46) per oboe, fagotto e b.c., Adagio, Allegro, Adagio, Allegro

- Antonio VIVALDI (1678 – 1741)

Capriccio in Mi minore per arciliuto (dalla Sonata IX Op.II )

- Giovanni B. PLATTI (1697 -1763)

Trio Sonata in sol maggiore per oboe, fagotto obbligato e b.c., Adagio, Allegro, Adagio, Allegro

- Antonio VIVALDI

Capriccio in Sol minore per arciliuto (dalla Sonata X - Op.II )

- Johann H. ROMAN (1694– 1758)

Sonata in Fa maggiore per oboe e b.c., Largo, Allegro, Intermezzo, Allegro ma non presto

- Giovanni ZAMBONI (1664 – 1756)

Dalla Sonata VI, Op. I per arciliuto, Variazioni su Sarabanda (largo) e Gavotta

- Arcangelo CALIFANO (1733 – 1756)

Triosonata in Fa maggiore per oboe, fagotto e b.c., Larghetto, Allegro, Adagio, Vivace 


Note di presentazione del concerto

Il filo rosso che intreccia e unisce questo programma è  intessuto da una originale serie di  brani eseguiti con strumenti storici in sonate settecentesche di compositori del Secolo Dei Lumi attivi in Italia, Germania e Svezia i quali operarono al servizio di alcune delle principali corti nel doppio ruolo di strumentisti /compositori, cosa che per l’epoca era normale prassi.

Altra originale e notevole evidenza di questo programma, risiede nella interpretazione di alcune originali triosonate ricavate dalla sterminata  letteratura musicale di quel periodo, scritte per il medesimo organico formato da oboe e fagotto quali strumenti melodici concertanti, accompagnati dall’immancabile basso continuo che in questo caso viene svolto da un arciliuto.

Nel Settecento, dal punto di vista compositivo l’oboe e il fagotto, servivano obbligatoriamente da rinforzo agli archi, in tutti i concerti e suites provvisti di un accompagnamento. E’ dunque logico pensare che prima o poi anche questi strumenti ad ancia doppia abbiano guadagnato l’onore di agire talvolta come strumenti solisti, dapprima nell’ambito dell’orchestra e in seguito nell’organico cameristico che viene eseguito in questo programma.

Queste sonate e triosonate, come gran parte della musica strumentale scritta dagli autori di queste aree geografiche, risentono del periodo di transizione e delle influenze dei vari compositori che andavano per la maggiore nelle varie corti europee: se da un lato esse richiamano per la loro ripartizione in quattro movimenti la sonata da chiesa di origine italiana e stampo corelliano, dall' altro strizzano l'occhio alla sonata da camera in tre movimenti, ricorrendo talvolta ai tempi di danza della Suite barocca, il che fa pensare che i tempi per l'affermazione dello stile galante erano ormai maturi.

Dal punto di vista contrappuntistico, i movimenti lenti sono sicuramente i più interessanti, in quanto i ruoli dei due strumenti a fiato appaiono più equamente distribuiti, mentre nei movimenti veloci si assiste ad una sostanziale contrapposizione tra il fagotto l’oboe in puro stile concertato.

L’accompagnamento del basso realizzato dal solo arciliuto, permette in questo caso di cogliere nei dettagli ogni più piccola nuances coloristica e timbrica, grazie al tipico tocco pizzicato che, inanellando accordi e arpeggi rende queste composizioni scritte oltre due secoli fa, vive e trascinanti ad ogni tipo di ascolto.

L'arciliuto è uno strumento derivato dal liuto e caratterizzato dalla presenza, a fianco delle normali corde da premere, di alcune corde di bordone, molto più lunghe e più gravi allo scopo di aumentarne l'estensione nel registro grave. I vari modelli di arciliuto e tiorba, fin dall’inizio del ‘600, avevano tipicamente tredici o quattordici ordini di corde doppie, delle quali sei o sette tastate.

E’ da sottolineare che le caratteristiche dell'arciliuto impiegato in queste esecuzioni vivaldiane, rispecchiano esattamente lo strumento così come è presente nelle collezioni a noi pervenute. Oggi è normalmente invalso l’uso di suonarlo con corde singole perché si ritiene che abbia una maggiore potenza sonora, ma questo è un errore storico perché gli arciliuti sopravvissuti presentano tutti i cori doppi. Non si tratta tanto di una questione di qualità delle corde, quanto piuttosto di un colore del suono davvero autentico.

Infine, si sottolinea come ognuna di queste pagine rispecchi l’originalità della tavolozza coloristica dei pittori veneziani operanti anch’essi nell’ambito in Germania, quali furono Tiepolo, nella Residenz di Wuzburg e Bellotto nelle corti di Dresda, Monaco e Vienna, in una sorta di impasti timbrici irripetibili, ai quali mirarono molti altri insigni maestri compositori del nord Europa.

(Note a cura di G. NALIN)


CURRICULUM DELL' ENSEMBLE BAROCCA SANS SOUCI

Passione e abilità al servizio della musica strumentale e vocale

L'Ensemble Barocco SANS SOUCI fondato nel 1985, si dedica espressamente all'esecuzione di musiche che vanno dalla metà del 1600 fino alla fine del 1700.

Il Sans Souci ha tenuto numerosi concerti in prestigiose sale, chiese e teatri  in Svezia, Inghilterra,  Irlanda, Francia, Germania, Austria, Ungheria, Spagna, Egitto, Repubblica Ceca, Belgio, Svizzera, USA, Tunisia, Polonia, Lussemburgo.

Ha al suo attivo l’incisione di 17 CD per Dynamic, Tactus, MAP, Stradivarius.

Diversi CD e registrazioni di concerti del Sans Souci, sono stati mandati in onda per la Radio Nazionale Spagnola, Radio Nazionale Egiziana, Rai Tre, WDR tedesca,  Radio Vaticana, Radio Nazionale Belga e Radio Ungherese. A dicembre del 2010 e febbraio 2013 ha partecipato  per  Radio Tre  al programma in diretta “Piazzaverdi” eseguendo dal vivo musiche di Bach, Fasch e Heinichen. A maggio del 2012, il Sans Souci ha ottenuto il prestigioso “Premio Discografico Masi” consistente nella registrazione di un CD con musiche di Platti, Steffani e Lotti (Fondazione Masi Collection Vol. XIV/2012), tre esibizioni concertistiche - di cui una nella storica sala Maffeiana in cui si esibì Mozart - e una borsa di studio per la ricerca nella musica barocca veneta.

Numerosi sono i video professionali che si possono visionare su vari canali e motori del web e su You Tube al seguente link:

https://www.youtube.com/user/bepioboe/videos

E’ possibile inoltre visitare l’attività costantemente aggiornata dell’attività del Sans Souci anche su Faceboock:

https://www.facebook.com/bepinalin

Ecco il link del video del trio di Califano che verrà eseguito in questo concerto:

https://www.youtube.com/watch?v=Y8yjnYgNL0A


INFO STORICHE SULL'ORATORIO

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