Bontà 47: la premiazione del 4 giugno 2022

Programma della serata conclusiva del Concorso prevista per sabato 4 giugno 2022 dalle ore 20:45.

Cerimonia di premiazione

del 47° Concorso Nazionale della Bontà

"sant'Antonio di Padova"

sabato, 4 giungo 2022 - ore 20:45

Sagrato della Basilica pontificia di sant'Antonio di Padova (in caso di maltempo all'interno della Basilica)

Ingresso libero e gratuito

Diretta televisiva su TELECHIARA

Accompagnamento musicale

Fanfara del 3° Reggimento Carabinieri "Lombardia"

diretta dal Maresciallo ordinario Andrea Bagnolo

Coro giovanile Accademia Lirica Verona

diretto dal Maestro Paolo Facincani


Presentano la serata

P. Andrea Vaona, OFM Conv. - Cappellano dell'Arciconfraternita

cav. dott. Leonardo Di Ascenzo - Priore dell'Arciconfraternita


Interverranno

i ragazzi premiati nella sezione concorsuale LEGGI I LORO NOMI

i vincitori dei Premi della Bontà 2022 LEGGI LE MOTIVAZIONI

- Mattia Piccoli

- Fondazione Mama Sofia in memoria dell'Ambasciatore LKuca Attanasio

- Carabiniere Vittorio Iacovacci

- la co-presidente di giuria Fulvia Degl'Innocenti, giornalista e scrittrice

- P. Massimiliano Patassini, OFM Conv. - Direttore Editoriale del Messaggero di sant'Antonio per i 100 anni del Messaggero dei Ragazzi


Programma musicale

La Fedelissima

Marcia d'Ordinanza dell'Arma dei Carabinieri

di Luigi Cirenei con strumentazione di Andrea Bagnolo

Composta nel 1929, divenne subito la Marcia d'Ordinanza dell'Arma dei Carabinieri. Di essa il Maestro Umberto Giordano scriverà: "Non conosco una composizione, nel suo genere, più bella della Marcia dei Carabinieri". Di profonda intensità espressiva, questa marcia assume una imponente grandiosità accomunata ad un trascinante entusiasmo.

 

Radetzky Marsch

Marcia militare

di Johann Strauss

Celeberrimo brano dell’autore dei famosi valzer che hanno caratterizzato e commosso un’epoca della storia d’Europa. Non inferiore, come genialità creativa, alle marce schubertiane, conserva ancora freschezza e vivacità.


Fanfare for nobody (fanfara e coro)

dedicata ai dispersi di tutte le guerre

di Andrea Bagnolo

Un brano originale per banda dedicato ai dispersi di tutte le guerre, quando, oltre alla morte vi è anche l’impossibilità di avere una tomba sulla quale poter piangere. Dedicato quindi al “milite ignoto” la cui tomba monumentale, presente in moltissimi stati, rappresenta tutti coloro che sono morti in un conflitto e che non sono mai stati identificati.


Il silenzio

segnale militare arrangiato in maniera sinfonica

di sconosciuto con arrangiamento di Fulvio Creux

Il silenzio d’ordinanza è la versione italiana dell’americano “Taps”. La sua storia è commovente. Durante la guerra civile americana, quando il capitano dell’esercito dell’Unione (nordisti), Robert ELLICOMBE, con i suoi uomini si trovava presso Harrison’s Landing, nella Virginia, mentre l’esercito confederato (sudisti) era dall’altra parte del campo di battaglia. Durante la notte, il capitano Ellicombe sentì i gemiti di un soldato ferito nel campo. Senza sapere se fosse dell’Unione o della Confederazione, decise di rischiare la vita per aiutarlo e dargli assistenza. Arrancando tra il fuoco nemico, il capitano raggiunse il soldato e lo trascinò al proprio accampamento. Quando finalmente giunse tra le proprie linee, scoprì che era un soldato confederato. E che, purtroppo, era già morto. Il capitano accese la sua lanterna per vedere il viso del soldato nella penombra. E allora restò senza fiato e paralizzato.  Si trattava di suo FIGLIO! Il ragazzo stava studiando MUSICA nel Sud, quando era scoppiata la guerra. Senza dire nulla a suo padre, si era arruolato nell’esercito confederato. La mattina seguente, con il cuore straziato, il padre chiese il permesso ai superiori di dare al figlio una degna sepoltura, con tutti gli onori militari, nonostante fosse un soldato nemico. Il capitano chiese se poteva contare sui membri della banda militare per suonare al funerale di suo figlio. La richiesta fu accolta parzialmente. Per rispetto al padre, concessero un solo musicista. Il capitano allora scelse un trombettiere per suonare alcune note musicali, che aveva trovato nella tasca della divisa del giovane defunto. Nacque così una melodia indimenticabile.


Gloria all'Egitto (fanfara e coro)

coro dall'opera "Aida"

di Giuseppe Verdi con trascrizione di Andrea Bagnolo

L’ “Aida” rappresentata al Cairo per celebrare l’apertura del Canale di Suez, è il vero e proprio trionfo della fantasia impetuosa di Verdi, ma è anche una di quelle opere sulle quali l’enorme popolarità ha scaricato addosso tutta una serie di luoghi comuni e di opinabili convinzioni, che possono essere riassunte nei concetti di “passionalità” e di “grandiosità”. Musicalmente, poi, si trova ad essere un miracoloso equilibrio tra due tradizioni, quella romantica e del Grand-Opera e quella verista. Aida, in un certo senso conclude la seconda stagione verdiana. In essa, se le forme esteriori sono quelle di un opera modernissima che riflette alla perfezione, ma superandole di intere spanne, le tendenze esotiche e sensuali della musica del tardo ottocento, soprattutto francese (musica che proprio l’Aida ha fatto sparire dai repertori teatrali) lo scheletro costitutivo è pur sempre quello di un’opera di stampo tradizionale.


Va pensiero (fanfara e coro)

coro dall'opera "Nabucco"

di Giuseppe Verdi con trascrizione di Andrea Bagnolo

Nabucco è la terza opera (il titolo originale completo è Nabucodonosor) di Giuseppe Verdi e quella che ne decretò il successo. Composta su libretto di Temistocle Solera, Nabucco fece il suo debutto il 9 marzo 1842 al Teatro alla Scala di Milano. È stata spesso letta come l'opera più risorgimentale di Verdi, poiché gli spettatori italiani dell'epoca potevano riconoscere la loro condizione politica in quella degli ebrei soggetti al dominio babilonese. Questo tipo di lettura è tuttavia incentrata soprattutto sul famosissimo coro degli schiavi Và, pensiero, sull’ali dorate, intonato appunto dal popolo ebreo.


Antonio, il Santo dei Miracoli (fanfara e coro)

Oratorio

di Alessandro Spazzoli

“Fantasia per coro e banda” è un brano che racchiude alcune scene e temi dal più ampio oratorio “Antonio, il santo dei miracoli”. In particolare vi ritroviamo la scena iniziale, dal carattere popolare ambientata ancora in Portogallo, dove si preannuncia uno degli aspetti salienti della vita del Santo cioè l’uso della parola. Dopodiché troviamo un lento “In principio era il verbo” che scandisce la sua  sua permanenza presso l’eremo di Montepaolo a Forlì infine la grande scena finale del Santo che a Camposampiero, negli ultimi giorni di vita, sente l’avvicinarsi del definitivo abbraccio di Dio.

E’ significativo che testo e musica dell'oratorio siano di due forlivesi: Giampiero Pizzol e Alessandro Spazzoli a testimonianza del forte legame del Santo con il capoluogo romagnolo.

 

Hallelujah (fanfara e coro)

Canzone

di Leonard Cohen con arrangiamento di Andrea Bagnolo

Hallelujah è una canzone scritta e interpretata dal cantautore canadese Leonard Cohen nel 1984. Inizialmente non ebbe alcun successo commerciale ma nel corso degli anni si susseguirono molte reinterpretazioni sia dello stesso autore che di altri interpreti che ne decretarono il definitivo successo. Il testo del brano contiene numerosi riferimenti biblici e sembra che l'autore abbia impiegato più di 2 anni a comporre il brano scrivendo oltre 80 strofe delle quali 6 divennero quelle definitive.


Inno alla gioia (fanfara e coro)

dalla IX sinfonia

di Ludwig van Beethoven con trascrizione di Andrea Bagnolo

Ecco la grande idea che la Nona Sinfonia attua ed esalta mediante la musica. Tutto s’inchina a questo motivo, anche il bellicoso intermezzo “Allegro assai vivace, alla marcia”, è quasi un infinito grido di giubilo che sale alle stelle fino al trono del Padre affettuoso. Come il suo affetto abbraccia l’universo intero, così anche la scintilla divina della gioia porta all’uniforme fraterna di tutti gli uomini.

 

Il Canto degli italiani (fanfara e coro)

Inno nazionale italiano

di Michele Novaro con trascrizione di Andrea Bagnolo

"Fratelli d'Italia" o "Canto degli Italiani", venne scritto da Goffredo Mameli nel settembre 1847 e messo in musica due mesi dopo da Michele Novaro. Fin dai primi moti popolari, che precedettero l'esplosione rivoluzionaria del 1848, l'Inno fu associato alla Bandiera Tricolore come segno della volontà di indipendenza nazionale. E attorno alla Bandiera tricolore e al Canto degli Italiani si strinsero i milanesi nelle Cinque Giornate del marzo '48. Già Inno Nazionale dovette considerarlo Giuseppe Verdi che lo inserì, accanto alla Marsigliese e all'Inno Nazionale Inglese, nell'Inno delle Nazioni, da lui composto nel 1864. Divenuto Inno Nazionale Italiano dall'immediato dopoguerra, il Canto riesce ad esprimere un forte sentimento di unità nazionale, che lo ha condotto nel corso degli anni ad essere unanimemente considerato, attraverso un vero e proprio plebiscito di consensi, in grado di esprimere e far sentire la voce del popolo italiano . . . che spinge verso l'unione e l'amore in vista del conseguimento di un fine comune . . . 


Coro voci bianche

Coro giovanile

Soliste di canto lirico: Maria Vittoria Caputo e Carlotta Caruso

Solista di canto moderno: Elena Fezga

Maestro del coro Paolo Facincani

 


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Pubblicato in Edizioni concluse