I primi secoli ed i primi ordinamenti
I primi passi nella storia della Confraternita di sant’Antonio sono fatti risalire agli anni successivi alla morte e canonizzazione di S. Antonio di Padova, avvenute rispettivamente nel 1231 e nel 1232. Un primo documento attestante notizia dell’esistenza di una “fratalee Sancti Antonij” risale al 1298 (Padova, Archivio di Stato, Corona, B. 74, carta 124); tuttavia si dovrà attendere il 12 giugno del 1334 per vedere approvati canonicamente i primi statuti, promulgati con il consenso del rappresentante degli Scaligeri (ovvero dell’autorità civile) dal P. Antonio da Montegrotto, Guardiano del Convento della Basilica antoniana in Padova e dai Gastaldi della Confraternita ovvero dai laici responsabili del governo del sodalizio. (Vedi una trascrizione coeva dello Statuto)
La Confraternita, nata sotto il patronato dell’Ordine dei Frati Minori Conventuali, si caratterizzerà da subito come associazione costituita da laici di ambo i sessi e da chierici impegnati nella formazione religiosa dei propri membri, nella pratica della carità evangelica e nella diffusione della devozione antoniana.
Fin dalle origini quindi questo gruppo di devoti antoniani collaborò con i frati nell’azione pastorale, basti ricordare come alla fine del XIX secolo la prima copertina de Il Messaggero di Sant’Antonio (una delle riviste cattoliche oggi a maggior diffusione nel mondo), riportasse la dicitura organo ufficiale della Basilica del Santo e dell’Arciconfraternita del Santo.
Una prima revisione statutaria si ebbe a distanza di un secolo nel 1438, documento dal quale si evince come alla Confraternita fossero ammessi sia uomini che donne, fatto inusuale ancora oggi in molti sodalizi.
Tra le prescrizioni per consorelle e confratelli vi era l’obbligo di partecipare comunitariamente a una santa messa celebrata appositamente ogni prima domenica del mese; tradizione ancora rispettata. Al termine del sacro rito i confratelli si riunivano per trattare degli affari del sodalizio, mentre a tutti veniva distribuita una focaccia (come attesta il primo degli affreschi che si trovano entrando nelle Scoletta del Santo e riproducente il Guardiano che distribuisce il pane alle porte dell’Oratorio Confraternale), quello che nei secoli avvenire sarebbe divenuto il Pane di Sant’Antonio. Oggi al termine della messa confraternale della prima domenica del mese viene benedetto e distribuito ai pellegrini il Pane di sant’Antonio e le libere offerte così raccolte vengono impiegate nelle Opere assistenziali.
I confratelli erano inoltre impegnati nel soccorrere i poveri, nel visitare e assistere amorevolmente i consodali infermi, nell’onorare i funerali e nelle preghiere di suffragio per ascritti e benefattori.
La festa principale della Confraternita, testimoniata ancora dall’antico dipinto ad olio su tavola collocato nella loggia che dà accesso alla sala capitolare o priorale della Scoletta del Santo, era la detta Festa della Nogara (pianta del noce), festeggiata la domenica dopo la festa del Santo. In tale occasione i membri della confraternita si recavano in processione dal Duomo cittadino fino alla Basilica per offrire un cero ciascuno al Santo.
L'abito confraternale
Anche se mancano attestazioni certe è fuor dubbio che, già dal primo secolo della propria esistenza, i confratelli utilizzassero un abito proprio fatto alla foggia della tonaca dei frati, detto cappa, il cui uso ebbe fasi alterne nel corso dei secoli, venendo dismesso una prima volta probabilmente in occasione della peste del 1631 ma venendo ripristinato con gli statuti approvati dalla Serenissima Repubblica di Venezia nel 1714, quindi nuovamente interrotto durante la breve soppressione napoleonica, per ritornare dalla metà del XIX secolo fino ai primi anni del novecento, quando si perse nuovamente, tanto che negli statuti del 1940 si trova menzione, in relazione alla cerimonia di accoglienza dei nuovi membri, solo della benedizione ed imposizione della medaglia antoniana riportante il Breve di S. Antonio “Ecce Crucem Domini”.
Fu quindi per volontà della attuale dirigenza che nel 2002, con il desiderio di ridare impulso allo spirito di appartenenza e di gruppo, fu deliberato il ripristino di un abito proprio da indossarsi in occasione delle celebrazioni liturgiche. Rimanendo fedeli ai dettati storici, che volevano l’abito simile a quello dei frati, l’attuale si presenta in foggia di mantello a ruota intera di panno di lana nera filettato di rosso (il colore dell’abito dei Frati Minori Conventuali), con ricamata sul lato sinistro del petto la croce ghiandata o antoniana; sul mantello viene ancora indossata la medaglia antoniana sostenuta da cordoniera rossa.
La sede sodale
Lo statuto approvato nel 1994 riporta come luogo di fondazione della Confraternita la Chiesa di Sancta Maria Mater Domini, il primo sacello francescano ove venne sepolto S. Antonio, oggi inglobato nella grande Basilica come Cappella della Madonna Mora. I primi luoghi di ritrovo dei sodali erano quindi messi a disposizione dai frati fino a quando all’inizio del 1400 fu concesso alla Confraternita di erigere un proprio Oratorio sul Sagrato della Basilica. Nacque così il primo insediamento di quella che oggi conosciamo, al modo in uso nel territorio di influenza della Serenissima Repubblica di Venezia, come Scoletta del Santo, la sede storica voluta ed eretta dalla Confraternita di S. Antonio.
Il numero crescente degli ascritti e le copiose donazioni che giungevano permisero già alla fine del XV secolo-inizio del XVI sec. di sopraelevare l’Oratorio erigendo e decorando la Sala capitolare o priorale, che iniziò ad essere utilizzata come luogo di ritrovo dei confratelli, mentre le consorelle continuavano a riunirsi nel sottostante oratorio.
In questi luoghi l’attività continuò ininterrottamente fino alla soppressione degli enti ecclesiastici in epoca napoleonica (25 aprile 1806). Per continuare ad esistere la Confraternita dovette così ricostituirsi nel 1828, ad opera dell’allora Vescovo di Padova Mons. Modesto Farina, come Confraternita del Santissimo Sacramento sotto gli auspici del Taumaturgo di Padova. Da quel momento fino all’inizio del ‘900 la Confraternita godette di un Protettore scelto tra le persone più nobili ed illustri della città di Padova. Primo Protettore, che conservò la carica per più di un ventennio, fu il C.te Alessandro Papafava, cavaliere gerolosomitano mentre il nob. Agostino Scotti dei Duglassi, fu il primo Presidente del ricostituito sodalizio.
L'elevazione al rango di Arciconfraternita
L’opera di formazione, carità ed apostolato, fu considerata così benemerita che Sua Santità Papa Leone XIII, di venerabile memoria, con propria bolla del 21 novembre 1894, elevava il sodalizio alla dignità di Arciconfraternita, facendola tornare al titolo originario di sant’Antonio di Padova, conferendole contestualmente la potestà di aggregare le altre Confraternite di pari titolo al di fuori della Città di Roma, dove nel 1649 Papa Innocenzo X aveva già costituito un’Arciconfraternita di sant’Antonio di Padova presso la Basilica dei Ss. Apostoli (Il Santo. 1970; fasc 1-2, 79 – 142)).
L'epoca contemporanea
L’epoca contemporanea della vita della Confraternita può considerarsi cominciare dal 13 aprile 1940 quando il Sommo Pontefice Pio XII con propria Bolla Pias Christifidelium Sodalitates approvava nuovi statuti.
Ben presto a questi fece eco la fondazione nel 1948, per volontà del Priore De Cet, di un’opera caritativa denominata Opera per il riscaldamento dei poveri. In quegli anni veniva donata a numerose famiglie bisognose della città legna da ardere per l’inverno, poi trasformatasi in gasolio per gli impianti di riscaldamento più tardi convertita in un sostegno economico. Oggi l’Opera continua durante tutto l’anno mediante il pagamento di alcune utenze domestiche di circa una ventina di famiglie bisognose, conosciute direttamente da membri della Confraternita o segnalate dai Parroci.
Il notiziario "Arciconfraternita del Santo"
Per offrire un’adeguata e tempestiva informazione sulle attività associative, ai numerosi iscritti che già da quel momento cominciarono a provenire da tutta Italia e taluno anche da altri Paesi, si iniziò la stampa di un foglio notiziario a diffusione interna, denominato da prima Pagellina per giungere al 1972 quando venne registrato come testata giornalistica denominata Arciconfraternita del Santo. Oggi questo notiziario presenta una periodicità bimestrale e viene diffuso in circa 2.500 copie agli iscritti, ai benefattori ed ai sostenitori.
Il Premio della Bontà
Negli anni ’70 del XX secolo per volontà del Priore Vignato e del Cappellano P. Venanzio Paternoster, animati dal desiderio di mostrare il bene del quale erano e sono capaci le nuove generazioni, pur in un contesto di laicizzazione e scristianizzazione della società, prese vita il Concorso Nazionale della Bontà “Andrea Alfano d’Andrea”, che ancora si continua con il nuovo nome di Premio Sant’Antonio in memoria di “Andrea Alfano d’Andrea” rivolto ai giovani offrendo a loro ed ai rispettivi educatori, nella forma concorsuale, uno stimolo alla riflessione cristiana su argomenti di fede e di vita sociale legati all’attualità, annualmente proposti dal Consiglio Direttivo. Primo tema fu: “Il mondo ha bisogno di uomini buoni”.
Il Concorso si suddivide in tre sezioni: Scuole Primarie, Secondarie di I grado e Scuole Secondarie di II grado.
Il governo
Anche sul piano organizzativo la Confraternita si è venuta adeguando ai cambiamenti conseguenti al Concilio Ecumenico Vaticano II e alle riforme del Diritto Canonico, così il 22 febbraio del 1994 il Delegato Pontificio per la Basilica del Santo S.E. Rev.ma Mons. Marcello Costalunga, Arciv. tit. di Aquileia approvava un nuovo Statuto.
Più recentemente nel 2004 all’Arciconfraternita è stata riconosciuta dalla Repubblica Italiana la Personalità Giuridica.
Oggi l’associazione conta circa 600 membri equamente suddivisi in consorelle e confratelli, sparsi in tutta Italia ed anche in altri Paesi Europei e del continente Americano.
La vita sociale è regolata dal Consiglio Direttivo che si compone del Moderatore nella persona del Rettore pro-tempore della Basilica del Santo, del Cappellano, del Priore, del Segretario, dell’Amministratore, dei due Responsabili delle Opere Assistenziali Maschile e Femminile e di altri dieci Consiglieri.
Le attività ordinarie
I momenti di attività e di incontro durante l’anno sono numerosi intervenendo l’Arciconfraternita in forma ufficiale con l’abito proprio in occasione della processione per la Festa della Lingua del Santo in febbraio, per la Domenica delle Palme, per la Cerimonia di Premiazione del Concorso della Bontà, per l’annuale anniversario dell’elezione del Papa, per la Tredicina in onore di sant’Antonio all’inizio di giugno, per la Festa del Patrono S. Antonio, per la processione in onore dell’Immacolata Concezione a dicembre.
Oltre a questi appuntamenti, legati alla vita del Santuario, continua l’incontro mensile ogni prima domenica del mese con una momento formativo nella Scoletta del Santo, seguito dalla Santa Messa comunitaria in Basilica e dalla distribuzione del Pane Benedetto di sant’Antonio sul sagrato della Basilica.
Le visite confraternali
Numerose sono inoltre le occasioni durante l’anno nelle quali vengono accolti i pellegrinaggi delle confraternite antoniane d’Italia, insieme alle quali si prende parte alla Santa Messa in Basilica seguita dal Gesto del Pellegrino all’Arca del Santo e quindi sempre da un incontro fraterno nella Sala Capitolare o Priorale della Scoletta del Santo oggi come nel XVI sec..
Questi pellegrinaggi, per l’Arciconfraternita considerati anche visite fraterne, vengono spesso ricambiati con Missioni presso i rispettivi paesi. Le Missioni guidate dal Cappellano dell’Arciconfraternita, sempre accompagnato dal Priore e da una rappresentanza degli iscritti, spesso recano le Insigni e Venerabili Reliquie del Santo, continuando così l’opera di diffusione della devozione antoniana fedeli al motto “Per Antonium ad Jesum”.
Privilegi spirituali
Nei corso dei secoli i Papi hanno onorato ed arricchito i membri della Confraternita con il dono delle indulgenze plenarie, recentemente confermate dalla Penitenzieria Apostolica con rescritto del gennaio 2003. Tutti i membri dell’Arciconfraternita, nelle forme stabilite dal Diritto Canonico, possono così lucrare il dono dell’Indulgenza Plenaria nei seguenti giorni e Feste dell’Anno Liturgico: 1. giorno dell’ascrizione, 2. Solennità dell’Annunciazione del Signore (25 marzo), 3. Solennità dell’Immacolata Concezione della Beata Vergine Maria (8 dicembre), 4. Solennità dell’Assunzione della Beata Vergine Maria al Cielo (15 agosto), 5. Commemorazione liturgica di Sant’Antonio di Padova (13 giugno), 6. Commemorazione liturgica della Traslazione del Corpo del Santo – festa della Lingua (15 febbraio), 7. Commemorazione liturgica di San Francesco d’Assisi (4 ottobre), 8. Commemorazione liturgica dell’Impressione delle stigmate a SanF (17 settembre).
Ma il nuovo statuto è stato particolarmente attento a conservare il diritto primo di ogni ascritto, che già si trovava negli statuti quattrocenteschi, a vedere celebrate tre Sante Messe di suffragio alla propria morte.
Congedo
In queste poche righe abbiamo cercato di ripercorrere il cammino secolare dell’Arciconfraternita del Santo, non certo pensando di fornire un dettagliato resoconto storico, ma piuttosto con il desiderio di far comprendere come l’Arciconfraternita fu sempre ed è anche nel presente un sodalizio di persone piene di zelo e generosità, assai benemerita della Chiesa e della società, aperta ai cambiamenti dei tempi ma saldamente radicata nei valori della cattolicità, meritevole di essere conosciuta, abbracciata e sostenuta.
Fonti Bibliografiche:
1. fr. A. Sartori. L'Arciconfraternita del Santo. Padova, 1955.
2. G. De Sandre. La Confraternita di sant'Antonio Confessore in Fonti e ricerche di storia ecclesiastica padovana - VI. Ist. per la storia eccles. padovana, 1974.