La croce ghiandata o antoniana

La tradizione vuole che Sant'Antonio di Padova appartenesse ad una nobile famiglia portoghese di Lisbona: i de' Buglione.

Una tarda tradizione ha voluto attribuire alla famiglia paterna del Santo, a mo' di arma gentilizia, una croce ghiandata.

Solo successivamente, questo simbolo araldico, per la sua forza espressiva, si è imposto come emblema inconfondibile di molte realtà antoniane in tutto il mondo.

Descrizione: croce creca di colore rosso, su sfondo bianco, con alle estremità di ciascun braccio 3 ghiande al naturale.

Interpretazione: la croce ghiandata è univocamente utilizzata dalle realtà legate a Sant'Antonio di Padova e per questo può anche essere semplicemente detta Croce antoniana.

Fedelmente al motto del settimo centenario della morte del Santo "Per Antonium ad Jesum" (il Santo che guida gli uomini a Gesù) questo simbolo non ci mostra il volto di Antonio ma, pur rinviando al Suo alto esempio di virtù cristiana e santità, direttamente ci propone Cristo nella sua croce, nell'atto supremo del suo sacrificio carnale, il rosso colore del sangue, senza il quale non si sarebbe stata salvezza per l'uomo.

Le ghiande, che sono il frutto della quercia l'albero più nobile dell'arladica, capace di crescere nelle sue varietà a ogni latitudine fornendo legname per le costruzioni ma anche nutrimento per uomini e animali, rappresentano il nutrimento spirituale forte, potente, nobile che ci viene del Sacrificio di Cristo che attraverso la predicazione della Chiesa Apostolica, ecco il numero di 12 ghiande rimando diretto alla Sequela Christi, continua a essere proposto e offerto agli uomini di ogni dove e di ogni tempo. 


La versione in uso all'Arciconfraternita della Croce antoniana è quella realizzata da Camillo Boito sui portali bronzei della Basilica pontificia di sant'Antonio in Padova nell'anno 1895, settimo centenario della nascita del Santo.

Si possono fregiare di qesto emblema anche le Confraternite, Pie Unioni e Associaizioni antoniane aggregate all'Arciconfraternita.

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